
A tre settimane dall’insediamento, Donald Trump è costretto ad assorbire il primo vero duro colpo. La sua amministrazione perde infatti un pezzo chiave: il generale Michael Flynn, messo a capo del National Security Council, ha dovuto rassegnare le dimissioni sotto pressioni dello stesso presidente perché potenzialmente “ricattabile” dalla Russia.
Flynn, quando aveva già ricevuto la nomina, era stato intercettato in una telefonata con l’ambasciatore russo a Washington, Sergey Kislyak: i due avevano parlato della levata delle sanzioni su Mosca. Il fatto in sé era già grave ma la posizione di Flynn è stata poi compromessa definitivamente dalla conversazione col vice-presidente Pence in cui il generale ha mentito in più occasione. Trump ha constatato, tramite il Dipartimento di Giustizia, che la posizione di Flynn era ormai insostenibile. Al suo posto arriva ad interim Kellogg Jr ma circola con insistenza il nome dell’ex numero 1 della CIA, David Petraeus.
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